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UN DECRETO TIRA L'ALTRO

2022-01-22 14:42

Federico Doricchi

attualità, politica, covid, Bassetti, vaccino, Crisanti, Speranza, Pregliasco, Draghi,

UN DECRETO TIRA L'ALTRO

A partire dal 26 novembre 2021 fino ad arrivare al 22 gennaio 2022, abbiamo assistito alla promulgazione di quattro decreti legge e un DPCM...

A partire dal 26 novembre 2021 fino ad arrivare al 22 gennaio 2022, abbiamo assistito alla promulgazione di quattro decreti legge e un DPCM, che man mano hanno rafforzato restrizioni e complicato le normativa, con la finalità, rimasta nelle intezioni, di contenere l'aumento dei contagi e, di conseguenza, le ospedalizzazioni di malati di Covid-19. Non ci addentriamo nel merito di ciascuna delle normativa approvate, ci richiederebbe troppo tempo e andremmo in sofferenza davanti a cotanta escalation di ideologia, insensatezza, stupidità e discriminazione. Ricordiamo solo come, a oggi, un non vaccinato sia escluso anche dall'accesso a mezzi pubblici per cui paga le tasse, senza green-pass non si possa entrare alle poste a prelevare la pensione, al cinema non si possano mangiare i pop-corn e al supermercato si possano comprare non solo il cibo, ma anche le pentole, solo grazie a delle FAQ correttive emesse dal Governo a riparazione di un DPCM surreale. Tuttavia la misura più grave e vergognosa, che leggeremo per anni nei libri di storia, è rappresentata senz'altro dall'obbligo di super green-pass per il lavoro per gli over50 e l'obbligo di vaccinazione per gli over50 che non lavorano. Attaccare il diritto al lavoro, quindi al sostentamento delle persone e delle proprie famiglie, rappresenta quanto più di meschino e criminale la politica possa compiere.

 

In questo scenario, che metterebbe in imbarazzo anche la più esperta delle facce da poker solo per aver ipotizzato certe misure, ci troviamo invece anche davanti al totale fallimento delle stesse, con contagi record e tasso di positività paragonabile a quello dell'era pre-vaccini (gennaio 2021) e, purtroppo, con un numero di decessi in qualche caso superiore (vedasi il confronto tra 18 gennaio 2021, con 377 morti e circa 9mila contagi e 2022, con circa 230 mila contagi e 434 morti). Confusione generale e assenza di tracciamento regnaono sovrane nel Paese, con cittadini, che si erano fidati di promesse come "Due dosi e ne usciamo" oppure "I vaccinati non contagiano e non si contagiano", che ora sono totalmente persi e in balìa dell'improvvisazione quotidiana di chi ci governa. Con grande sprezzo del senso del ridicolo e della vergogna, qualche politico e qualche pennivendolo riescono a spacciare questi dati per un successo e la situazione per positiva, poiché sarebbero la dimostrazione che il vaccino avrebbe dato un contributo fondamentale alla riduzione della letalità (a fronte di un numero di contagi 30 volte superiori il 18/1/2022, i morti sono paragonabilia allo stesso giorno dell'anno precedente) senza fermare il Paese, nonostante il mondo dei commercianti (e non solo) sia in ginocchio e in cerca di ristori. E così si riesce a spacciare per un successo la strategia vaccino-centrica, per cui avremmo dovuto raggiungere l'immunità di gregge (che significa 0 contagi) e con un vaccino efficace al 95% nel proteggere dalla malattia grave. La realtà inequivocabile descritta dai numeri è tale per cui dopo la campagna di vaccinazione i contagi sono esplosi: non possiamo dire se a causa delle inoculazioni di massa, ma senz'altro possiamo affermare che queste non hanno rappresentato in alcun modo un argine rispetto alle nuove varianti. Abbiamo, purtroppo, tuttora centinaia di morti ogni giorno anche tra i vaccinati, soprattutto per quei concittadini per cui la vaccinazione è stata somministrata da più di 5-6 mesi. Certo, va sicuramente riconosciuto come per molti over60, il vaccino abbia rappresentato un elemento fondamentale per salvarsi dall'evoluzione grave della malattia conseguente il contagio, ma può essere questo sufficiente a considerare corretto il persistere con la strategia vaccino-centrica?

 

La risposta è ovviamente no, tanto che molti esperti che per mesi hanno fedelmente sostenuto in ogni salotto televisivo le tesi governative, ora cominciano a porre dubbi e questioni che noi poniamo da mesi. Ha senso distringuere tra ricoverati per covid e con covid? Ha senso distinguere tra deceduti con covid e per covid? Soprattutto, perché non si parla di potenziamento del SSN? Man mano che la narrazione del potere si sgretola, anche i più fervidi e fedeli collaborazionisti non possono più far buon viso a cattivo gioco, parlando dal pulpito di chi si è eretto a rappresentante della scienza. Ci duole annotare che da due anni affermiamo che la crisi del Covid-19 non sia altro che una crisi del sistema sanitario, distrutto dalle politiche liberiste degli ultimi 40 anni, con rapida accelerata a partire da Maastricht e poi dall'introduzione dell'€. Nei tempi recenti il SSN è passato da rappresentare un servizio fondamentale per il cittadino ad essere un costo non più sostenibile per i parametri di bilancio e pertanto da tagliare. Quale mente perversa avrebbe potuto ribaltare così follemente la lettura di uno strumento così utile? Tutte quelle che ci hanno governato dal 1981, purtroppo, che hanno portato da un SSN di circa 600mila posti letto a 180mila circa. In questo dato c'è tutto: un attentato alla salute dei cittadini scientifico e multi-partitico, che ha esposto il popolo italiano ad un rischio enorme, concetizzatosi a gennaio del 2020.

 

Nel prossimo articolo descriveremo quali sarebbero dovute essere, a nostro parere, le misure da adottate per comporre una strategia che non impattasse sui diritti fondamentali e le libertà di ciascun cittadino, ma nel frattempo ci domandiamo quali dovrebbero essere le misure per chi ha imposto le norme vessatorie, ingiuste e discriminatorie che hanno spaccato in due il Paese, in una Nazione in cui da due anni la Giustizia è completamente assente nell'arginare la politica e gli elettori hanno sempre memoria troppo corta

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