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IL CAPITANO O LA UE: TERTIUM... DATUR

2019-06-10 19:00

Federico Doricchi

politica, UE, elezioni,

Ormai è derby, salviniani contro europeisti. Tifosi del Capitano di italiaca fierezza avversano tifosi dello spread, della procedura d'infrazione...

Ormai è derby, salviniani contro europeisti. Tifosi del Capitano di italiaca fierezza avversano tifosi dello spread, della procedura d'infrazione, di Juncker e di Moscovici, perché tanto lo sappiamo tutti che l'Italietta fa ridere e dovrebbe essere governata dagli stranieri.

Entrambe le categorie, a mio parere, si arroccano su posizioni parimenti sbagliate. Non mi soffermerò sui primi, lo fanno già in troppi e non mi è mai piaciuto il mainstream.

Mi soffermerò su quelli che odiano il debito pubblico, amano i vincoli europei e contrastano chiunque metta in dubbio la bontà di mamma UE.

Leggendoli mi pare evidente che i media generalisti dovrebbero spingere maggiormente sulla spiegazione di alcuni, semplici, ma fondamentali concetti:

- il debito pubblico è solo uno dei parametri che andrebbero tenuti in considerazione, ce ne sono molti altri che ci vedono tra i paesi più virtuosi di Europa (ricchezza privata, somma debito pubblico + debito privato, bilancia delle partite correnti, avanzo primario, ...) e non vengono mai presi in considerazione.

- il debito pubblico è strettamente correlato alla ricchezza privata dei cittadini, uno stato che non emette la propria moneta ha come unico mezzo per ridurre il debito pubblico quello di aumentare le tasse per raccogliere più di quanto già non faccia. La ricchezza, accumulata dalle generazioni precedenti e senza la quale non ce la passeremmo bene con gli attuali stipendi medi italiani, è stata costruita con la Liretta facendo debito pubblico (si potevano spendere meglio quei soldi? Sì, ma questo vale sempre).

- il debito pubblico non deve essere basso, ma sostenibile; il debito di un Paese che emette la propria moneta senza vincoli sul cambio è sempre sostenibile, quindi se la BCE garantisse il debito degli stati dell'Eurozona, gli attacchi speculativi sul debito sarebbero disinnescati, poiché non saremmo più alla mercé dei mercati per trovare il denaro per finanziarci.

- la BCE ha, invece, come mandato quello di mantenere l'inflazione sotto al 2%: questo, stante l'alta disoccupazione e i vincoli di bilancio, ha ormai innescato da 10 anni una forte spirale deflattiva

- ma, tradotto, che significa deflazione? Significa che salari (il tuo stipendio) e prezzi diminuiscono sempre di più, il potere di acquisto si riduce, le persone spendono meno, entrano meno tasse allo Stato, si tagliano servizi e si alzano le tasse, le aziende falliscono, la disoccupazione aumenta, le persone sono disposte a lavorare per salari ancora più bassi e così via (il troppo poco conosciuto Ciclo di Frenkel).

- qual è l'alternativa? È che la BCE persegua la piena occupazione, garantisca i debiti sovrani degli stati dell'Eurozona e si dimentichi (per il momento) dell'inflazione.

- il Parlamento Europeo, formato da rappresentanti dei popoli, dovrebbe controllare la BCE e deciderne le azioni in base al mandato politico ricevuto dagli elettori, invece oggi subisce le scelte della BCE: l'economia, la finanza, il sistema bancario (la BCE non emette moneta nella disponibilità dei governi, ma di banche private che poi li "prestano" agli stati acquistando titoli di stato guadagnandoci gli interessi) controllano la politica, in barba alla democrazia.

- l'UE dovrebbe garantire diritti standard tra tutti i paesi membri su sanità ed istruzione, un salario minimo europeo per evitare delocalizzazioni competitive, vietare il dumping fiscale che alcuni paesi attuano per attrarre grandi multinazionali, gestire una parte della tassazione a livello centrale.

- l'UE non dovrebbe in alcun modo fondarsi sulla competitività tra stati membri, ma su collaborazione e solidarietà tra gli stessi, disincentivando le esportazioni così da riequilibrare la bilancia delle partite correnti, con benefici per la domanda interna ed anche l'ambiente.

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